Italian Transalation of Open Letter from Those of Us Who Have Borderline Personality Disorder (Disturbo Borderline di Personalità)

 
 
For the people of Italy!  Thank you so much to the people of the Facebook page “Disturbo Borderline di Personalità”  for this translation!  (Links to this letter in English and several other languages at the bottom of the post.)
 

Una Lettera Aperta da parte di tutti noi che soffriamo di Disturbo Borderline di Personalità

 
    Cari Amici, Familiari, Partner, Ex-partner, Colleghi, Figli e tutti voi che avete a che fare con noi che soffriamo di Disturbo Borderline di Personalità (DBP),
    
    Forse siete frustrati, vi sentite impotenti e pronti ad arrendervi. Non è colpa vostra. Non siete voi la causa della nostra sofferenza. Per voi può essere difficile crederlo, dal momento che a volte vi aggrediamo, passando in un attimo dall’essere dolci e affettuosi all’essere malfidati e crudeli, fino ad arrivare ad accusare proprio voi. Ma non è colpa vostra. Meritate di capire di più riguardo questa condizione e ciò che vorremmo essere in grado di spiegare ma non riusciamo a dire.
    
    A volte ciò che voi dite o fate può costituire un “trigger” che innesca qualcosa dentro di noi. Un trigger è qualcosa che ci ricorda un evento traumatico o ci provoca pensieri angoscianti. Sebbene possiate provare ad essere attenti alle cose che dite e fate, ciò non sempre è possibile, e non è sempre chiaro per quale ragione una cosa diventi un trigger per noi.
    
    La mente è molto complessa. Una determinata canzone, un suono, un odore o alcune parole possono accendere rapidamente connessioni neurali che ci riportano in un luogo in cui non ci sentiamo al sicuro, e sul momento potremmo rispondere con una reazione simile (pensate ai militari che hanno combattuto – un semplice ritorno di fiamma di una macchina può provocare loro dei flashback. Questo fenomeno è conosciuto come Disturbo Post-Traumatico da Stress, e riguarda anche molti di noi).
    
    Ma è importante che voi sappiate che nello stesso momento in cui vi respingiamo con le nostre parole o il nostro comportamento, noi speriamo perdutamente che non ve ne andiate lasciandoci soli nella nostra disperazione.
    
    Questa modalità di pensiero estrema, in bianco e nero, e la facoltà di esperire desideri totalmente opposti sono note come dialettica. All’inizio della nostra diagnosi e prima di scavare davvero in profondità con la Terapia Dialettico Comportamentale (TDC), non abbiamo gli strumenti giusti per spiegarvi tutto questo o chiedervi aiuto in modo sano.
 
    Possiamo fare cose davvero eclatanti, come nuocere a noi stessi (o minacciare di farlo), finire all’ospedale, e così via. Queste grida di aiuto dovrebbero essere prese sul serio, ma noi ci rendiamo conto che la vostra preoccupazione e i nostri comportamenti reiterati possano farvi vivere un “burn out”.
    
    Per favore, fidatevi: con un aiuto professionale, nonostante quello che possiate aver sentito dire o ciò che crediate, noi POSSIAMO STARE MEGLIO E STAREMO MEGLIO.
    
    Questi episodi possono essere più o meno distanti l’uno dall’altro, e noi possiamo attraversare lunghi periodi di stabilità e di regolazione emotiva. Talvolta la cosa migliore da fare, se riuscite a trovare la forza nonostante la vostra frustrazione e il vostro dolore, è afferrarci, abbracciarci e dirci che ci amate, che avrete cura di noi e non ci lascerete.
    
    Uno dei sintomi del DBP è un’intensa paura di essere abbandonati e quindi (spesso inconsciamente) a volte manifestiamo comportamenti estremi, frenetici, per evitare che questo accada. La nostra percezione di un imminente abbandono può farci addirittura diventare folli.
    
    Un’altra cosa che vi può confondere è la nostra apparente incapacità di mantenere le relazioni. Possiamo saltare da un amico a un altro, passando dall’amarli e idealizzarli al disprezzarli – cancellandoli dalle nostre rubriche telefoniche ed eliminandoli dalle nostre amicizie su FB. Possiamo evitarvi, non rispondere alle vostre telefonate e declinare gli inviti ad uscire con voi – mentre in altri momenti tutto ciò che desideriamo è stare insieme a voi.
 
    Questo fenomeno è chiamato scissione ed è parte integrante del disturbo. Talvolta rinneghiamo preventivamente le persone prima che loro possano respingerci o abbandonarci. Non stiamo dicendo che tutto ciò sia “giusto”. Noi possiamo lavorare su questo schema distruttivo ed imparare come comportarci in modo più sano nel contesto relazionale. E’ solo che non ci viene naturale. Richiede tempo e tanta fatica.
    
    E’ difficile, dopo tutto, relazionarsi opportunamente con gli altri quando non hai una piena comprensione di te stesso e di chi sei, nonché delle persone che sono intorno a te. 
    
    Nel DBP molti di noi manifestano un disordine dell’identità. Possiamo fare nostre le caratteristiche di chi ci circonda, senza mai sapere davvero chi siamo NOI. Ricordate al liceo quei ragazzi che si facevano piacere prima la musica rock, poi quella pop, poi quella gotica, con il solo scopo di appartenere ad un gruppo – e si vestivano come loro, si pettinavano come loro e acquisivano gli stessi manierismi? E’ come se noi non avessimo mai superato quella fase.
 
    Talvolta assumiamo persino i modi di fare di altre persone (ci comportiamo in un modo al lavoro, in un altro modo a casa, in un altro ancora in chiesa) e da ciò deriva in parte il nostro soprannome di “camaleonti”. Certo, la gente si comporta in maniera diversa a casa e al lavoro, ma voi potreste non riconoscerci per come ci comportiamo al lavoro rispetto a come ci comportiamo a casa. La differenza è enorme.
    
    Alcuni di noi hanno vissuto un’infanzia in cui, sfortunatamente, i genitori o i caregiver potevano passare in un attimo dall’essere amorevoli e normali all’essere abusanti. Per sentirci al sicuro e sopravvivere, noi dovevamo comportarci, in ogni dato momento, come voleva il caregiver. Non lo abbiamo superato.
 
    A causa di tutto questo dolore, spesso ci sentiamo vuoti. Non possiamo immaginare quanto vi sentiate impotenti nell’assistere a ciò. Forse avete provato in tutti i modi ad alleviare il dolore, ma niente ha funzionato. Di nuovo – NON è colpa vostra.
    
    La cosa migliore che possiamo fare in questi momenti è ricordare a noi stessi che “tutto questo deve passare” e praticare le skills della TDC – soprattutto quelle auto-consolanti – che ci aiutano a sentirci un po’ meglio nonostante il torpore. Spesso la noia è pericolosa per noi, perché può portare alla sensazione di vuoto. Per noi è un bene essere impegnati e distrarci quando la noia comincia ad avere il sopravvento.
    
    L’altro lato della medaglia è che noi possiamo avere delle esplosioni di rabbia che possono risultare spaventose. E’ importante che restiamo al sicuro e che non facciamo del male a noi stessi o a voi. Questa è solo un’altra manifestazione del DBP.
    
    Siamo altamente sensibili dal punto di vista emotivo e abbiamo un’enorme difficoltà nel regolare/modulare le nostre emozioni. La Dottoressa Marsha Linehan, ideatrice della TDC, ci paragona emotivamente agli ustionati di terzo grado.
    
    Tramite la TDC, noi possiamo imparare a regolare le nostre emozioni così da non perdere il controllo. Possiamo imparare come smettere di sabotare le nostre vite e le circostanze… e possiamo imparare a comportarci in modi meno nocivi e spaventosi per voi.
    
    Un’altra cosa che potete aver notato è quello sguardo distaccato sui nostri volti. Questo è chiamato dissociazione. I nostri cervelli si disconnettono letteralmente e i nostri pensieri vanno da qualche altra parte in quanto in quel momento i nostri cervelli stanno tentando di proteggerci da un ulteriore trauma emotivo. Possiamo imparare gli esercizi fondamentali e applicare le skills acquisite per aiutarci durante questi episodi ed essi possono diventare meno frequenti man mano che miglioriamo.
    Ma… riguardo a voi?
    
    Se avete deciso di attingere alla vostra forza e rimanere accanto alla persona con DBP che voi amate, probabilmente anche voi avete bisogno di supporto. Ecco alcuni suggerimenti:
        Ricordate a voi stessi che il comportamento della persona non dipende da voi.
        Appellatevi alla vostra compassione per la sofferenza della persona, pur riconoscendo che il suo comportamento è probabilmente una reazione intensa a quella sofferenza.

        Prendetevi cura di VOI. Nella pagina delle risorse di questo blog (https://www.my-borderline-personality-disorder.com/p/bpd-resources.html) ci sono una marea di informazioni riguardo libri, workbook, CD, film, ecc., che possono aiutarvi a comprendere questo disturbo e a prendervi cura di voi stessi. Assicuratevi di dare un’occhiata!

        Oltre ad imparare di più sul DBP e sulla cura di sé, assicuratevi di fare cose che vi divertono e vi rilassano, come uscire per una passeggiata, vedere un film divertente, mangiare qualcosa di buono, fare un bagno caldo – qualsiasi cosa vi piaccia fare per prendervi cura di voi e sentirvi a vostro agio.
        Fate domande. Ci sono un sacco di pregiudizi intorno al DBP.

        Ricordate che le vostre parole, il vostro amore e il vostro supporto contribuiranno molto ad aiutare la persona che amate a guarire, anche se i risultati non sono immediatamente evidenti.

    Non tutte le situazioni che ho descritto si applicano a tutte le persone con DBP. Un paziente, per avere questa diagnosi, deve manifestare almeno 5 di 9 sintomi e le combinazioni di questi 5-9 sintomi è apparentemente infinita. Questo articolo vi dà solo un’idea della tipica sofferenza e dei pensieri caratteristici di chi soffre di DBP.
 
    E’ il mio secondo anno in TDC. Un anno fa non avrei mai potuto scrivere questa lettera, però essa rappresenta molto di ciò che avevo nel cuore ma non avevo ancora potuto realizzare o esprimere.
    La mia speranza è che voi raggiungiate una nuova visione della condizione in cui si trova la persona che amate e cresciate nella compassione e siate comprensivi SIA con la persona che amate SIA con voi stessi, perché non è una strada facile.
    
    Io posso dirvi, in base alla mia esperienza personale, che vale la pena combattere questa malattia attraverso la TDC. La speranza può tornare. Si può avere una vita normale. Se non mollate, avrete la possibilità di intravedere sempre di più, nel corso del tempo, scorci di ciò che quella persona realmente è. Vi auguro la pace.
    
    Grazie per aver letto.
 
The author of this letter has since RECOVERED from Borderline Personality Disorder and no longer meets the criteria for a BPD diagnosis. She now teaches the DBT skills that helped change her life over at DBT Path where you can take online Dialectical Behavior Therapy Classes from anywhere in the world. Co-facilitated with a licensed therapist. You can read Debbie’s books here.

UPDATE: A video version of this letter, complete with narration and text, is now available for viewing and sharing by clicking HERE.

English Version

 
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